Gli HFC hanno effetti sull’ozono, lo dice la NASA

Un recente studio della NASA, pubblicato il 22 ottobre 2015 sul Geophysical Research Letters, giornale della American Geophysical Union, svela come gli idrofluorocarburi (HFC) abbiano un piccolo ma misurabile effetto sulla riduzione dello strato di ozono.

Lo studio ha riguardato cinque idrofluorocarburi che si prevede contribuiranno al riscaldamento globale fino al 2050: R125, R143a, R134a, R 32 e R23.

Gli HFC non possono essere considerati una grave minaccia per lo strato dell’ozono, ma ciò che lo studio rivela è piuttosto che il loro impatto non è nullo, come finora erroneamente creduto. Infatti, come riporta l’AGU le emissioni di HFC causano un aumento del riscaldamento della stratosfera, accelerando le reazioni chimiche che distruggono le molecole di ozono, e contribuiscono alla riduzione dei livelli di ozono ai tropici, intensificando lo spostamento verso l’alto dell’aria povera di ozono. Secondo il modello climatico alla base dello studio della NASA, si prevede che gli HFC contribuiranno alla riduzione dell’ozono per lo 0,035% entro il 2050.

L’impatto degli idrofluorocarburi è molto lieve se paragonato a quello delle sostanze che gli HFC hanno sostituito, come gli idroclorofluorocarburi (HCFC) e soprattutto i clorfluorocarburi (CFC), che sono i principali responsabili della riduzione dello strato di ozono e che sono stati progressivamente ritirati dopo il Protocollo di Montreal. Per saperne di più sul ritiro degli HCFC e degli CFC: http://refrigerants.danfoss.com/hcfc-cfc/

Ciò che emerge da questa ricerca è che gli HFC non hanno un OPD=0, ma vanno considerati come sostanze con un debole impatto sull’assottigliamento dello strato di ozono.

Si tratta di uno studio molto interessante che fornisce ulteriori spunti alla discussione che ruota attorno agli HFC e al loro impatto sull’ozono.

Un interessante articolo sugli HFC intitolato “Phasing Down the Use of Hydrofluorocarbons (HFCs)” è stato recentemente pubblicato dal “New Climate Economy” e suggerisce un emendamento al Protocollo di Montreal a favore del ritiro degli HFC, largamente impiegati in frigoriferi e condizionatori. Infatti, sebbene gli HFC abbiano un impatto piuttosto debole sullo strato di ozono, essi sono, al pari di HCFC e CFC, dei potenti gas serra e contribuiscono al riscaldamento globale. Gli idrofluorocarburi sono degli inquinanti di breve durata, in quanto rimangono in atmosfera per non più di 15 anni; ciononostante il loro GWP risulta essere anche di 3000 volte superiore a quello della CO2.

Considerato tutto ciò, uno degli autori dell’articolo, Durwood Zaelke, afferma che per vincere la sfida del clima, è importante vincere la battaglia agli HFC. Non solo. Secondo il co-autore Maxime Beaugrand, il ritiro degli HFC è tecnicamente fattibile, economicamente appetibile e responsabile da un punto di vista ambientale, in quanto sostituire gli idrofluorocarburi con alternative più sostenibili presenta costi diretti minimi e contribuirebbe ad aumentare l’efficienza energetica di almeno il 50%.

Di un eventuale ritiro degli HFC si discuterà probabilmente durante la 27a Conferenza delle Parti al Protocollo di Montreal, in programma negli Emirati Arabi Uniti dal 1 al 5 novembre 2015. Per saperne di più sull’iniziativa promossa dalla CCAC (Climate and Clean Air Coalition): http://new.ccacoalition.org/en/initiatives/hfc

Leggi qui l’articolo completo sullo studio della NASA: http://news.agu.org/press-release/new-study-shows-that-common-coolants-contribute-to-ozone-depletion/

Per saperne di più sulla ricerca “Phasing Down the Use of Hydrofluorocarbons (HFCs)”: http://newclimateeconomy.net/content/press-release-montreal-protocol-best-way-reduce-super-pollutant-hfcs-says-new-climate

Turbomiser fa risparmiare oltre £1000 a settimana!

L’efficienza di Turbomiser è un dato di fatto e sono i numeri a provarlo. Due unità Turbomiser sono state installate a inizio 2015 presso il Nord Somerset Council, che riporta un risparmio in costi energetici di oltre 1000£ a settimana. Per questo progetto Geoclima insieme al partner Cool-Therm ha progettato due chiller ad aria Turbomiser da 400 KW ciascuno. La necessità di assicurare continuità nel raffreddamento dell’edificio ha reso le operazioni di installazione particolarmente impegnative, mentre la posizione dell’edificio vicino al mare ha posto una serie di condizioni di cui si è dovuto tener conto nella progettazione delle unità. Scopri di più su questo progetto e sui vantaggi della tecnologia Turbomiser: https://www.geoclima.com/it/portfolio-item/north-somerset-council/.

Importante accordo dell’UE in vista della Conferenza delle Parti

In occasione dell’ultimo Consiglio Ambiente dell’UE, il 18 settembre 2015, i ministri hanno raggiunto un importante accordo in merito a quella che sarà la posizione dell’Unione Europea alla 21° Conferenza delle Parti (COP21), che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015.

L’accordo evidenzia la ferma volontà da parte dell’UE di adottare tutte le misure necessarie alla riduzione delle emissioni dei gas serra e, più in generale, di evitare che il riscaldamento globali raggiunga livelli pericolosi.

Carole Dieschbourg, il ministro del Lussemburgo che ha presieduto il Consiglio, rileva come l’adozione da parte dei ministri europei di un mandato forte, ambizioso e responsabile consentirà all’Unione Europea di proporsi in una posizione di leadership durante la COP21, in quanto è nostra responsabilità raggiungere un risultato positivo a Parigi presentandoci con una voce unica e risoluta.

Alla Dieschbourg fa eco Miguel Arias Cañete, il Commissario Europeo per l’azione per il clima e l’energia, che ha ben accolto l’adozione di un obiettivo a lungo termine, per il cui raggiungimento stiamo lavorando tutti assieme.

Per raggiungere una transizione globale verso una società con meno gas serra e resistente ai cambiamenti climatici, le emissioni di gas serra devono essere ridotte di almeno il 50% entro il 2050 (rispetto ai livelli del 1990) ed eliminate entro 2100. Il Consiglio Europeo pone l’accento sulla necessità che tutte le Parti rinnovino il proprio impegno e sottoscrivano nuovi accordi ogni cinque anni, ciò che Dieschbourg definisce cicli di revisione: questo, secondo Cañete, servirà a esaminare la situazione e a rafforzare le azioni di riduzione delle emissioni alla luce degli sviluppi scientifici più recenti.

Il Consiglio Ambiente Europeo riconosce inoltre il fondamentale ruolo giocato dai finanziamenti per il clima ed è determinato a fare propria parte per mobilitare, a partire dal 2020, 100 miliardi di dollari all’anno da risorse sia pubbliche che private per sostenere i Paesi in via di sviluppo a ridurre delle emissioni.

Molti sono stati i temi affrontati durante il Consiglio Ambiente, tra cui ad esempio la creazione di una riserva di stabilità ETS: http://www.e7*u2015lu.eu/en/actualites/communiques/2015/09/18-conseil-envi-eu-ets/index.html

Leggi qui gli articoli completi:

http://www.expoclima.net/focus/esteri/conferenza_di_parigi_la_posizione_dell_unione_europea.htm

http://ec.europa.eu/clima/news/articles/news_2015091801_en.htm

http://www.eu2015lu.eu/en/actualites/articles-actualite/2015/09/18-conseil-envi/index.html

Aumento della domanda di energia: una sfida per il settore HVAC

La necessità di un approccio più sostenibile alla refrigerazione sta emergendo sempre più chiaramente.

I dati forniti dai ricercatori durante il XVI “Convegno sulle Tecnologie della Refrigerazione” tenutosi il 27 e 28 giugno presso il Politecnico di Milano, rivelano infatti come la refrigerazione sia responsabile del 40% dei consumi energetici degli edifici e del 17% dei consumi energetici totali. Questo 17% deriva per lo più dai cosiddetti paesi industrializzati, con il Nord America in testa e i paesi meno sviluppati a chiudere. Ma la crescente richiesta di soluzioni HVAC, derivante dal crescente sviluppo dei Paesi emergenti, si prevede porti a un aumento della domanda di energia e, di conseguenza, a un ulteriore aumento del consumo energetico.

In un tale scenario, quattro problemi fondamentali devono essere affrontati: la scarsità di risorse energetiche; la necessità di abbandonare i combustibili fossili; il costo dell’approvvigionamento energetico; il cambiamento climatico. Si tratta di questioni essenziali che non possono essere sottovalutate.

Tutto ciò spinge sempre di più il settore dell’HVAC a sviluppare soluzioni alternative per ridurre i consumi energetici. Nel fare questo, due fattori ricoprono un ruolo chiave: i refrigeranti e le tecnologie. Con il Protocollo di Montreal e il più recente Regolamento Europeo sui gas fluorurati sono stati fatti molti passi in avanti verso l’abbandono dei gas a effetto serra a favore di gas dal basso GWP, quali ad esempio l’HFO1234ze e l’R290. Ma i refrigeranti da soli non sono sufficienti se non vengono combinati a tecnologie efficienti. I produttori di sistemi HVAC devono quindi sviluppare nuove soluzioni che richiedano meno energia per funzionare e/o che sfruttino risorse alternative, al fine di ridurre il consumo energetico.

Nell’immediato futuro, ci si aspetta quindi di vedere il settore dell’HVAC muoversi verso la ricerca di soluzioni più sostenibili: questo in parte sta già accadendo ma molto rimane ancora da fare. Lo studio di soluzioni HVAC sostenibili ed efficienti è infatti fondamentale per poter affrontare il crescente sviluppo del settore nei cosiddetti paesi emergenti e la crescente domanda di energia.

Se vuoi approfondire l’argomento:

http://www.zerosottozero.it/2015/08/21/refrigerazione-17-dei-consumi-energetici-mondiali/

http://www.zerosottozero.it/2015/08/20/il-futuro-di-una-refrigerazione-sostenibile-collaborazione-globale/

http://www.achrnews.com/articles/130331-commercial-energy-efficient-hvac-systems-revenue-to-reach-475-billion-in-2024

http://www.prnewswire.com/news-releases/hvac-equipment-market–air-conditioning–ventilation–end-use-application-residential-commercial-industrial—global-industry-analysis-size-share-growth-trends-and-forecast-2015–2023-300130094.html

http://www.achrnews.com/articles/130385-refrigerants-market-worth-21-billion-by-2020

Turbomiser nel cuore di Londra

Un progetto molto particolare è quello sviluppato da Geoclima, insieme a Cool-Therm, per due nuovi edifici residenziali molto esclusivi nella Città di Westminster. Si tratta di due immobili costruiti sui due lati opposti della stessa strada, che ospiteranno al loro interno appartamenti del valore di oltre 1.5 milioni di sterline. Gli edifici sono in fase di costruzione e il completamento dei lavori è previsto per fine 2016.

Per questo progetto, Geoclima ha progettato e realizzato due Tubomiser condensati ad aria da 900 KW ciascuno, per una capacità frigorifera complessiva di 1.8 MW. I chiller sono forniti di silenziatori installati in corrispondenza dei ventilatori, al fine di ridurre i livelli di rumorosità e rientrare all’interno di specifici requisiti posti dal cliente finale. Inoltre, è stato necessario progettare una ulteriore struttura inferiore per consentire l’installazione delle tubazioni sotto i chiller.

Le due unità sono state progettate per funzionare per entrambi gli edifici, i cui impianti di raffreddamento sono infatti collegati tra loro.

Il progetto ha rappresentato una vera sfida in quanto era necessario fornire la soluzione più adatta non solo in termini di prestazioni, ma anche da un punto di vista strutturale.

I chiller sono stati recentemente installati sul tetto di uno degli edifici ma si prevede che vengano avviati non prima di inizio 2016.